Comprendere le emozioni ci permette di sviluppare una nuova condizione, una visione che risponde alle domande “Qual è la situazione che voglio?”, “Qual è la vita che voglio?”.

Un percorso che ha inizio quando non sappiamo cosa dobbiamo fare perché questa condizione ci conduce alla radice di tutto: cosa vogliamo davvero.

Il ponte per arrivare ai nostri obiettivi è innanzitutto ascoltare il nostro mondo interiore, dirci con chiarezza ciò che vogliamo davvero. Questo permette, passo dopo passo, di modificare il nostro percorso e cambiare la nostra visione.

Percorrendo la strada giusta, viviamo per affermare quella visione, perché si trasformi in una realtà concreta, al cui interno anche gli altri possano godere dei suoi vantaggi.

L’incontro con l’altro

L’incontro con l’altro permette di acquisire nuovi punti di vista, nuove sfumature, dettagli che moltiplicano le nostre capacità, le nostre sensazioni. L’incontro con l’altro ci permette di sciogliere i nostri nodi, vale a dire di sciogliere ciò che non abbiamo capito di noi stessi, degli altri, delle situazioni. Un nodo neurale è la riduzione di una dimensione. Quando viene sciolto, la corda ritrova l’intera lunghezza, la sua capacità di restituirsi a noi per fare ciò che può fare per noi.

Condannare una situazione è inutile, non consente di andare avanti, ci blocca. Dobbiamo riuscire a passare da una visione che ci sposta dalla dimensione soggettiva all’oggettività dell’insieme: la visione dello sviluppo.

Fermiamoci lì quando non capiamo, facciamo un respiro profondo, rilassiamoci e restituiamo a noi stessi uno spazio più ampio, di crescita.

Riusciremo così a vedere la situazione da altri punti di vista, non più accecati, ma con chiarezza. Moltiplicheremo i nostri punti di vista, riusciremo a vedere meglio e condividere ciò che vogliamo davvero.

Imparare a spostarsi

Per imparare a leggere le emozioni e sviluppare una visione in linea con le nostre aspirazioni intime e profonde, dobbiamo imparare a spostarci da un’emozione non voluta a una voluta. Spostarci dal territorio della povertà al territorio del vantaggio, della ricchezza. Questo anche quando siamo sotto pressione.

Dobbiamo lasciare andare ciò ci imprigiona. Se il nostro sguardo viene limitato, pensiamo che quella che vediamo sia l’unica visione possibile e che vivremo sempre in quel modo. Bisogna lasciare andare l’identificazione per sviluppare una visione chiara.

Ruolo, responsabilità e priorità

Il mondo è composto da ruolo, responsabilità e priorità. Il ruolo permette di definire qual è la posizione che occupiamo nel mondo e ovviamente presuppone determinate responsabilità. Il ruolo che occupiamo ci chiede di definire le responsabilità che abbiamo e le risposte da condividere con gli altri. In queste domande è implicita l’idea di visione. Il mondo ci manda una visione di sé e ci chiede cosa vediamo di ciò che ci mostra.

Il mondo ci mostra sia la violenza che la compassione e dobbiamo quindi rispondere ciò che vediamo. Da ciò che vediamo dipende ciò che poi scegliamo, vale a dire le priorità. Ciò a cui decidiamo di dedicarci, con consapevolezza.

Un percorso di meditazione

Per sviluppare una visione chiara, veritiera, non offuscata da ciò che ci imprigiona ma anzi essere liberi di sviluppare le nostre aspirazioni più intime e profonde, ci viene in aiuto la pratica meditativa.

Un percorso di meditazione mirato al raggiungimento dei propri obiettivi consente di trasformare la propria vita. Ci insegna come prenderci cura di noi stessi, essere presenti a noi stessi e agli altri.

Per aiutarci a riprendere contatto con noi stessi e riuscire a comprendere chi siamo e cosa vogliamo veramente.

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