Patrizio Paoletti, uomo di pace e ideatore del metodo “OMM: One Minute Meditation” è stato ospite di Forbes Italia per parlare della propria figura di mentor e disrupted coach. Scopriamo insieme quali sono le caratteristiche di questa figura e come Patrizio Paoletti le ha sviluppate per aiutare le persone a rendere la propria vita straordinaria.

Per guardare il video dell’intervista clicca qui.

Marco Barlassina, direttore di Forbes.it, ha iniziato l’intervista chiedendo a Patrizio Paoletti quale fosse il ruolo di un  disruptive coach.

Il disruptive coach – risponde Patrizio – è una persona che si è specializzata nel corso degli anni a sollecitare le persone a trovare quel nucleo interno di consapevolezza che permette loro non solo di essere soddisfatte della propria vita – e quindi di produrre felicità per sé stesse – ma anche di riuscire a massimizzare i livelli di capacità negli altri che incontrano.”

Fin da questa prima definizione pronunciata da Patrizio Paoletti durante la video intervista a Forbes Italia, emergono in maniera evidenti alcuni elementi caratterizzanti la figura del disruptive coach, tra cui:

  • È una persona che parla alle persone: non si pone quindi a un livello superiore o su un piedistallo irraggiungibile, ma come un pari che può fornire un metodo concreto e replicabile per raggiungere i propri obiettivi;
  • Consapevolezza: il punto di partenza della crescita personale proposto dal disrupted coach è l’individuazione di un nucleo di certezze su sé stessi che possa fungere da base – come solide fondamenta – per i passi successivi. È opportuno sottolineare che la consapevolezza del proprio posizionamento deve essere interpretata come qualcosa di dinamico e frutto della capacità di ciascuno di riposizionarsi continuamente;
  • Felicità: per quanto possa sembrare ovvio, viene spesso dimenticato che l’obiettivo primario di ciascuno di noi è proprio la felicità. La routinefreneticaegli impegni personali e lavorativi portano a mettere in secondo piano questo aspetto fondamentaleche permette, insieme ad altri elementi, di rendere la vita straordinaria. Per ovviare a questo problema, interviene il disruptive coach che, attraverso le giuste sollecitazioni, aiuta a ristabilire il corretto posizionamento interiore;
  • Aiuta a migliorare le interazioni: soprattutto in contesti aziendali, questa figura può affiancare manager e imprenditori per consentire loro di sollecitare il cambiamento in positivo nelle persone che li circondano.

Utilizzando una metafora esplicativa, si potrebbe dire che il disruptive coach è come una chiave che aiuta le persone non solo a individuare meglio il proprio posizionamento, ma anche a stabilire una strategia che consenta loro di tracciare una nuova rotta verso livelli energetici e posizioni emotive sempre migliori. A maggior ragione il ruolo del disruptive coach è fondamentale non solo in una dimensione personale, ma anche aziendale in relazione a coloro che devono gestire centinaia di persone (account manager, imprenditori o dirigenti) e necessitano di una guida che fornisca loro la chiave per poter indurre un percorso il miglioramento negli altri.

Infatti, il vero nucleo centrale della vita di ciascuno non è tanto il “dove siamo”, ma il “dove vogliamo andare”: ne consegue che il vero elemento di valore è il “muoversi verso” a patto che venga fatto con consapevolezza della destinazione.

Del resto, come è stato insegnato da molti grandi (tra cui Mahatma Gandhi), muoversi – spesso molto velocemente – non ha senso se non si ha ben presente il proprio orientamento: da questo punto di vista la figura del coach modernamente inteso da Patrizio Paoletti costituisce un importante supporto per chi ha bisogno di individuare la propria direzione.

Quando abbiamo la direzione, certamente arriveremo

Cosa cerca chi si rivolge a un disruptive coach?

Spesso le necessità di chi si rivolge a questa figura sono diversificate in base alla propria posizione lavorativa e alla fase della vita attraversata. Tuttavia, si possono individuare alcuni bisogni ricorrenti tra cui la ricerca di un metodo, di una strategia e degli strumenti per rimanere focalizzati sui propri obiettivi.

Dalla consapevolezza delle difficoltà nelle quali si trova l’uomo moderno, Patrizio Paoletti, fondatore del metodo “OMM: One Minute Meditation”, ha messo a punto sistemi, tecnologie e percorsi formativi per aiutare le persone a individuare la propria direzione, pianificare le strategie e mantenere il focus sui propri traguardi.

In particolare, ha individuato cinque passi molto importanti, che sono:

  1. Individuazione del ruolo: il primo passo da compiere è lo sviluppo della capacità di dire a noi stessi “sono ok”. Questa frase, per quanto banale e scontata, sottende un sentimento di autostima e soprattutto amor proprio che spesso è difficile da coltivare nei confronti del proprio Se Stesso;
  1. Responsabilità: questo passaggio non deve essere semplicemente interpretata come una fase di responsabilizzazione, ma come la capacità di dire “io sono la mia risposta”, guardando oltre gli orizzonti abituali che spesso da comfort zone si trasformano in una prigione;
  1. Stabilire un ordine di priorità: realizzare una sorta di scaletta mentale che permetta di fare ciò che è indispensabile per ottenere il massimo risultato in un solo passaggio senza dover tornare più volte sul medesimo aspetto a causa di dimenticanze o perché ci si è accorti di non aver dato il massimo. Solo distacco e determinazione portano a una pianificazione attenta e ponderata delle priorità e del loro svolgimento;
  1. Imparare a delegare: ammettere “Io non posso fare tutto” non è una sconfitta, eppure è sempre più difficile – al giorno d’oggi – trovare la forza per dirlo. Infatti, riuscire a comprendere a chi affidare può creareun vantaggiocompetitiva tale da permettere di essere un passo avanti a molti;
  2. Controllo: non si tratta solo di un’attività da rivolgere verso l’esterno (verificando quindi che il processo di delega vada a buon fine), ma soprattutto nei confronti del proprio posizionamento interiore.
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